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Fine anno, solita playlist: le dieci canzoni più ascoltate o più significative del 2023, come sempre influenzate dagli ascolti più o meno casuali su Spotify, dalle cover dell’anno o, finalmente, dal ritorno dei concerti di Rockin’ 1000 (ben due partecipazioni quest’anno!).

  • The Frames – Fitzcarraldo: non sono troppo un entusiasta dei Frames, preferisco Glen Hansard da solo (anche se metà della band suona ancora con lui); tuttavia questa è una canzone che mi piace, e ne ho fatto una cover quest’anno (sostituendo il violino con una chitarra elettrica, naturalmente!)
  • Fabrizio De André – Il ritorno di Giuseppe: la prendo come simbolo della registrazione del quintetto principale de “La buona novella”, fatto quest’anno; prendo lei perchè, come strumento etnico, al posto del sitar ho usato l’oud, che finalmente ha avuto la possibilità di essere suonato
  • Eddie Vedder – The wolf: anche questa è simbolo della registrazione di tutto l’album di “Into the wild”; in questo caso questa è simbolica perchè quella che più si distanzia dall’originale, dato che invece di vocalizzi ho usato un’armonica
  • Damjan Mravunac – Virgo serena: ammetto che questa ha vinto il wrapped di Spotify quasi esclusivamente perchè lo stesso Spotify me l’ha infilata in tutte le playlist autogenerate… resta bellina: il brano religioso è tradizionale o comunque esiste da parecchio, questa versione viene dalla colonna sonora di un videogioco
  • Judas Priest – Painkiller: quando uno scopre i Judas Priest a 38 anni… canzone bella potente
  • Nightwish – 7 days to the wolves: un Nightwish all’anno toglie il medico di torno; in questo caso andiamo sempre sulla versione live, da “Vehicle of spirit”, ed ha uno dei migliori suoni di basso che io abbia mai sentito: ruggisce
  • Armand Amar – Home pt.1: questa viene da un documentario sulla Terra, che ammetto di non aver ancora visto; brano molto semplice e veloce, ma ha una melodia vocale etnica e molto haunting
  • Coldplay – Yellow: questo entra in classifica perchè è stato suonato a Rockin’ 1000, ed in particolare la versione a Roma è stata molto emozionante, con i giochi di luce sia dal palco che dagli spalti grazie ai braccialetti luminosi del pubblico
  • Muse – Knights of Cydonia: come il precedente, l’abbiamo suonato a Rockin’ 1000 ed è stato direi il miglior brano tra quelli suonati nei due concerti dell’anno
  • Devin Townsend – Deadhead: non ascolto quasi per nulla Devin, ma questa canzone (riproposta praticamente da tutti i reactor su YouTube) è di quelle che generano una bella atmosfera metal; c’è un po’ di growl, che non sopporto, ma è sufficientemente poco da poter essere ignorato.

E’ giunto il momento di valutare le migliori 10 canzoni del 2022! Anche quest’anno alcuni brani sono influenzati dalle cover registrate, e c’è anche qualche richiamo al passato…

  • Iron Maiden – Empire of the clouds: ho trascorso l’estate ossessionato da questo brano, al punto da averlo suonato praticamente tutti i giorni per due mesi. Cover fatta, e tutto sommato non è venuta male, e prima di stancarmi ero in direzione di rifarla alla stessa velocità dell’originale…
  • Tuomas Holopainen – A lifetime of adventure: il buon Tuomas ritorna anche in solitario, con questa canzone dedicata alla saga di Zio Paperone di Don Rosa; anche qui, fatta la cover: sarebbe stata meglio una voce femminile, ma l’assolo è divertente assai
  • David Gilmour – In any tongue: brano che già conoscevo, e che ho rifatto come “protesta” contro la guerra; “I hear mama, sounds the same in any tongue” è una frase devastante
  • Nightwish – Gethsemane (live): naturalmente la versione con Floor, dal live “Decades”; diverse loro canzoni mi hanno ossessionato quest’anno (ogni anno se ne aggiungono di nuove), ne ho dovuta selezionare una
  • Larkin Poe – Mad as a hatter: rivalutata dopo averle viste live a Milano, sia per il messaggio che per il modo con cui la rendono live
  • Stellaris – Distant nebula: ascoltare questa colonna sonora ossessivamente mi ha abbastanza rovinato il riassunto dell’anno di Spotify, quindi dovevo mettere un brano qui dentro
  • Mostly Autumn – The night sky: assolo spettacolare, e non dico altro
  • Coolio – Gangsta’s paradise: una vecchia conoscenza, in omaggio alla morte di Coolio… ed è subito età medie, sicuramente l’avevo in una qualche cassetta
  • Black Country Communion – The last song for my resting place: non ricordavo il super gruppo in cui Bonamassa ha militato per un po’, ma ho riconosciuto la voce appena questo brano è partito!
  • The Gentle Storm – Heart of Amsterdam (Storm version): capitata per caso, mi è sembrata subito familiare, ed è così dato che Anneke è la cantante di questo gruppo!

Esperimenti sonori

Intro

Il mio 2021 musicale è stato particolarmente metal: dopo anni di prevalenza acustica, ho infatti suonato principalmente chitarre elettriche distorte.

Rispetto al 2020, dove ho registrato e mixato “ufficialmente” qualcosa come 30 brani (nelle mie personali collezioni annuali), questo 2021 ha portato meno registrazioni ufficiali, ma non meno registrazioni ufficiose: nelle mie cartelle conto almeno una trentina di brani degli Iron Maiden, in cui di fatto ho saccheggiato le tablature alla ricerca di basi di batteria e basso su cui tentare delle cover delle tracce di chitarra.

I risultati non sono stati particolarmente edificanti, soprattutto sugli assoli, ed il mio non è stato certamente uno studio approfondito, ma sono sicuramente state registrazioni divertenti ed hanno permesso di trascorrere tutto sommato bene l’inizio dell’anno, ancora influenzato dallo stato Covid del mondo. Due o tre di questi brani sono anche venuti abbastanza bene, secondo me, ed hanno trovato posto nelle registrazioni ufficiali ed in un qualche video sul mio canale YouTube.

Guitar tone

La presenza della nuova veranda nella mia casa natale e la possibilità di “fare casino” in alcuni momenti dell’anno senza particolari remore (essendo una casa a sè stante e non un appartamento in condominio come a Milano) mi ha anche portato a fare qualche esperimento sonoro aggiuntivo, che è stato documentato nelle varie cover riportate su YT e di cui vorrei descrivere qualche dettaglio tecnico anche qui, più che altro come reminder per me.

Queste sperimentazioni sono state molto influenzate dal seguire il canale YT That Pedal Show, che dà tutta una serie di consigli sul migliorare il proprio tono della chitarra elettrica. I due presentatori sono estremamente sbilanciati a favore del suono analogico valvolare e del suonare con amplificatori ad alto volume, in modo secondo me anche eccessivo e poco moderno, tuttavia invogliano a tentare una strada valvolare di tanto in tanto.

Ora, io non possiedo amplificatori valvolari nè ho intenzione di acquistarne, dato che non suono in una band e non li userei (sicuramente non è possibile pensare di usarli in un appartamento in condominio), tuttavia ho iniziato ad indagare sui preamp valvolari della Victory, ispirato anche da un video di Andertons sull’accoppiare quelli con un Boss Katana, di cui possiedo un modello (il 100W gen1).

Veranda Live V1

A settembre ho effettuato il primo esperimento, approfittanto della casa vuota, registrando una serie di video che ho denominato “Veranda Live”, di cui in realtà la parte che maggiormente mi interessava era cercare un tono di chitarra nuovo e diverso dal solito.

In praticamente tutte le registrazioni dello scorso inverno e primavera il mio tono era ottenuto collegandomi direttamente alla scheda audio e utilizzando gli Archetype di Neural DSP, soprattutto il Plini e di recente anche il Soldano.

In questo caso invece il setup è stato il seguente:

  1. chitarra elettrica nella pedalboard
  2. dalla pedalboard verso il Victory V4 Copper (tramite una DI box ed un reamp, data la distanza tra la veranda e la stanza dell’amplificatore)
  3. dal Copper dentro il return channel del Katana 100
  4. un SM57 equivalente (l’ATM 650) come microfono davanti all’amplificatore.
Il setup lato veranda (con il computer per la registrazione video, un microfono per il cantato etc…)
Il setup lato amplificatore (mancano ancora i cavi in ingresso ed uscita, e la scheda audio è presente solo per fornire i 48V allo splitter)

L’amplificatore è in una stanza separata, completamente chiusa lato finestra e lato porta (salvo un piccolo spazio per far entrare i cavi), e rivolto verso il divano per fare in modo che il suono venga assorbito e rimbombi il meno possibile (non essendo la stanza trattata sonoricamente). Ho settato il Katana a 50W col volume ad un valore che potrebbe essere attorno ad 8 su 10.

I risultati sono stati abbastanza interessanti dal mio punto di vista, anche se il suono è risultato per me troppo bright, nonostante abbia variato la posizione del microfono rispetto all’altoparlante in almeno due o tre angolazioni differenti. Vorrei anche provare un microfono ribbon, che ho in realtà (pur essendo un modello abbastanza economico), per vedere se posso ottenere un suono più dark o in generale più bilanciato. Anche il passaggio dal preamp potrebbe essere inutile, dato che un cavo TS con un buffer all’uscita della pedalboard potrebbe essere sufficiente.

Un altro problema lato pedalboard è il fatto che per diversi suoni distorti ho usato El Rey Dorado, pedale che adoro ma che ha esaurito molto velocemente l’headroom del Copper, rendendo difficile fare boost per gli assoli, problematica confermata in un live di TPS in cui ho esposto il problema.

Veranda Live V2

A questo punto ho deciso di provare un preamp più adatto ad un suono distorto: nella mia idea originaria, infatti, io vorrei un amplificatore il più possibile clean e fornire poi la distorsione tramite effetti, tuttavia per brani metal conviene probabilmente partire da una piattaforma già distorta ed aggiungere casomai in caso di assoli.

Ho quindi acquistato un Victory V4 Kraken (la versione solo preamp), proprio per perseguire questa idea; tuttavia non ho occasioni immediate per provare un setup analogo a prima, dato che la casa non è vuota, e di conseguenza ho pensato di collegare il preamp ad un amplificatore di diverso tipo.

Giunto a questa decisione, TPS ha proposto questo video, ed avendo io l’equivalente preamp di questo setup, ovvero un preamp clean ed uno distorto, ho deciso di implementare il loro setup, e di utilizzare come amplificatore il DSM Simplifier Deluxe: avevo già avuto modo di giocare con il Simplifier standard, ma il deluxe ha come pregio il fatto che i suoi canali return sono inseriti prima del power amp, mentre in quello standard non è così.

Questo perciò mi permette di usare i preamp come preamp, saltare il preamp del Simplifier ed andare direttamente sul power amp, utilizzando la sua configurabilità. Inoltre, tutto il percorso del segnale viene ad essere completamente analogico (ed in parte valvolare):

  1. chitarra nella pedalboard
  2. split del segnale nella pedalboard:
    1. il canale 1 va direttamente nel Kraken, e da lì nel canale di ritorno sinistro del Simplifier
    2. il canale 2 va in un pedale per la distorsione (generalmente o il Boss DS 1, anche questo ispirato da un video di TPS, , o nel Fjord Odin, unico fuzz che riesco a farmi piacere), da qui al Copper e poi nel canale di ritorno destro del Simplifier
  3. i due canali di uscita del Simplifier vanno poi alla scheda audio.

Per alcune sonorità sono poi andato ad aggiungere un riverbero prima del Copper, o un booster prima del Kraken per gli assoli.

I due preamp nel Simplifier Deluxe e poi nella scheda audio

Lato registrazione, ho scelto in alcuni casi di spostare i due canali completamente a destra o a sinistra, così da registrare due tracce completamente separate e distinguibili nel panorama sonoro dei brani, o tenerle nello stesso lato sovrapposte, così da generare due tracce complementari e bilanciate tra di loro in modo da avere un suono più ricco.

I risultati mi sono sembrati più interessanti rispetto ai test di settembre, meno bright o quantomeno più configurabili sia sui preamp che sulle impostazioni del power amp analogico del Simplifier.

Conclusioni

Non ho ancora dei video pronti da questa seconda sperimentazione di dicembre, arriveranno nelle prossime settimane, ed è in generale difficile giudicare dalle registrazioni, perchè a quel punto entra in gioco il trattamento audio fatto in fase di mixing, che nei suoi estremi può rendere tutto più uniforme (motivo per cui alcuni dibattiti sull’importanza di componenti lato chitarra o lato amplificatore che vengono tenuti a volte su YT, TPS compreso, sono secondo me inutili per chi ascolta il risultato finale, e contanto forse solamente per il chitarrista mentre sta suonando live).

Sto inoltre sperimentando con Studio One, dopo anni passati a mixare su Ableton, più per curiosità che per reali motivazioni, e questo a sua volta potrebbe influire sul suono finale, anche se molti dei plugin che usavo in un DAW continuo ad usare nell’altro.

Sono comunque stato contento di aver fatto questi esperimenti, e conto di aggiungerne di nuovi con il passare dei prossimi mesi (ad es. il ribbon posto sull’amplificatore).

Un altro anno archiviato, un’altra lista delle 10 migliori canzoni di questo 2021!

Un anno decisamente migliore rispetto a quello precedente (non che fosse un’impresa molto difficile), e la playlist riflette l’ambivalenza metal vs ambient che aveva iniziato a manifestarsi nel 2020. Un paio di brani non sono nuovi, ma tornano in auge per registrazioni varie fatte durante l’anno, che ha visto una prevalenza di cover metal; alcuni brani sono anche un po’ estremi (c’è del black metal, per dire…).

Ecco la lista:

  • Trees of Eternity, “Sinking ships”: questo brano dà il via alla sezione ambient della playlist; la versione che ascolto credo sia una seconda incisione del brano, e come tanti è stata proposta da Spotify in una delle Discover Weekly
  • Dark Sanctuary, “Le clameur du silence”: i Dark Sanctuary si sono addirittura ritrovati al primo posto della mia classifica annuale su Spotify, con esattamente questo brano, che non credevo di aver ascoltato così spesso!
  • Ludovico Einaudi, “Experience”: datemi un climax e sono felice, come le mille colonne sonore di Hans Zimmer (se potessero parlare) dimostrano, e questo brano non è da meno; mi piacerebbe farne una cover solo chitarre, vedremo se si realizzerà…
  • Divna Ljubojevic, “Aghni Parthene”: ogni tanto Spotify propone nei brani ambient anche qualche brano religioso… e questo mi attira particolarmente, pur non sapendo cosa dicono nè essendo io una persona particolarmente credente; penso siano le scale musicali che usano, con qualche intervallo poco usato in occidente e che si fa notare particolarmente
  • BAND-MAID, “Freedom”: passiamo alla parte rock, con questa band giapponese scoperta dai canali di reaction che seguo su YouTube, e che vorrei iniziare ad ascoltare un po’ di più rispetto ai 3/4 brani che ho già sentito; questo è uno dei più carini che conosco finora
  • Dream Theater, “Through her eyes”: non possiamo considerarlo ancora un brano metal (pur essendo in mezzo ad un album decisamente metal), ed è stato oggetto di una mia cover, motivo per cui è tornato alla ribalta dopo anni di oscurità nelle mie playlist
  • Iron Maiden, “The reincarnation of Benjamin Breeg”: anche questa è una canzone super nota e parte del mio album preferito degli Iron Maiden, torna alla ribalta per la cover che ne ho fatto, la cui parte interessante per me era l’occasione di cantare suonando allo stesso tempo dei riff, cosa in cui non sono molto bravo ma che sto un po’ imparando
  • Nightwish, “Yours is an empty hope”: i Nightwish tornano anche quest’anno, e sono destinati a rimanere, dato che sono diventati ormai il mio gruppo metal preferito, a pari merito con gli Iron Maiden; delle mille canzoni che avrei potuto mettere, questa è una delle tante (me ne devo tenere qualcuna anche per i prossimi anni!); metto come video la versione in crociera, essendo sul canale ufficiale, anche se forse preferisco quella di Wembley
  • Shylmagoghnar, “I am the abyss”: e qui passiamo alla parte black metal: adoro questo brano, propost per caso sempre da Spotify, e da suonare è estremamente divertente (cover in arrivo?); sono alla ricerca di brani simili, ma non è così facile dato che il black metal spesso include screaming, che odio profondamente
  • Violet cold, “Everything you can imagine is real”: anche in questa canzone l’incontro tra metal ed ambient mi diverte molto; il muro di chitarre lo trovo sempre molto interessante, anche se rischia a volte di diventare rumore bianco. Mi pare di capire peraltro che questo artista esperimenti con generazione di musica tramite intelligenza artificiale, il che rende il tutto molto interessante.

Alla prossima!

Eccomi, come tutti gli anni, arrivato al solito post sulle 10 migliori canzoni dell’anno… quest’anno è stato decisamente diverso dal solito, e mi ha portato musicalmente a cercare generi ambient o comunque solo strumentali, per avere compagnia durante le giornate lavorative casalinghe ma al contempo riuscire a restare concentrato.

Inoltre, alcuni dei brani non sono scoperte nuove, ma vecchie scoperte che però sono tornate in auge nell’enorme numero di cover che ho registrato (perlopiù per me stesso) durante i mesi del lockdown.

Without further due:

  • Tommaso Albinoni, “Adagio per archi ed organo in Sol minore”: un classicone, che sono abbastanza convinto di aver già sentito in passato, ma che mi ha ossessionato per un po’ questa primavera, specie per la sua solennità; ho anche tentato una riscrittura per chitarre, ma non mi è molto riuscita…
  • Cenk Erdogan, “Kara gider”: chitarrista e compositore turco, che suona una sorta di jazz ma con le micro tonalità tipiche della musica mediorientale (e quindi riprodotte su chitarra fretless); tutto l’album è molto bello
  • Black Hill, Silent Island, “The gathering of deer”: bel brano da un album troppo breve… molto rilassante e con sonorità che devo dire mi piacerebbe molto saper comporre allo stesso modo
  • Mick Gordon, “BFG division”: in realtà sono un paio di anni che lo ascolto, ma oggi più che mai torna di moda, specie se si ha bisogno di un po’ di metallo serio, magari mentre si è a spasso; non ho giocato a questo episodio di Doom, dovrei per sentirlo in contesto!
  • Gary Moore, “Over the hills and far away”: mai ascoltato lui direttamente, ed il brano era già passato in passato per il mio Spotify, ma quest’anno l’ho ascoltato con più attenzione, ed è stata una delle cover fatte (riuscita anche abbastanza bene, forse come tonalità non l’ho azzeccata… maledetti cantanti che salgono di un tono o più nell’ultimo ritornello!)
  • Trivium, “Until the world goes cold”: non nuova nemmeno questa, ma ne sono stato ossessionato in estate, tanto da farne una cover elettrica (maluccio) e poi una seconda cover acustica, di cui ho messo il video sul mio canale YT
  • Pieter De Graaf, “Hide and seek”: non sapevo cosa scegliere dell’album da cui arriva questa canzone: bello e rilassante, piano con qualche effetto ambient; tra l’altro lui mette a disposizione tutti gli spartiti sul suo sito, potrebbe scapparci una cover at some point (non al piano, chiaramente)
  • Marcin Przybyłowicz, “The fields of Ard Skellig”: ambient stupendo da “The Witcher 3”; quest’anno ho finalmente ripreso in mano il gioco e l’ho finito ed esplorato a fondo, in più di 100 ore di gioco, ma questo brano con la sua melodia evocativa faceva venire voglia di vagare per le isole di Skellig senza meta, magari durante un temporale…
  • Pink Floyd, “Mother”: canzone che conoscono naturalmente da anni, ma dopo aver visto una interpretazione di Roger Waters quest’estate, fatta da lui e dalla sua band da remoto durante il lockdown, ho deciso di rifarne una versione simile, secondo me ben riuscita e messa su YT anche lei
  • Nightwish, “The poet and the pendulum”: i Nightwish avevano trovato posto anche l’anno scorso, ma con il lockdown ho iniziato a seguire diverse insegnanti di canto su YT che si sono messe a fare reaction videos, e questa band è un pilastro per tutti questi YouTuber. Solo adesso quindi ho capito a fondo la bravura di tutti, su tutti Tuomas Holopainen e Floor Jansen. Di brani ne avrei potuti mettere decine, questo se la gioca con “Ghost Love Score” come bellezza della composizione, al di là del suo significato. Come versione, rigorosamente quella con Floor (non mi piacciono nessuna delle cantanti precedenti del gruppo), e la versione live ufficiale è quella di Wembley del 2015.

Le chitarre

Nella settimana appena trascorsa ho acquistato una nuova chitarra, in particolare una Chapman MP1 Modern Baritone.

Il weekend è stato utile per iniziare a fare amicizia, in particolare registrando un po’ di toni diversi e confrontandoli con la chitarra elettrica che ho già qui con me, una single cut autocostruita a partire da un kit di Thomann, di cui ho poi cambiato pickup e meccaniche varie.

La Chapman ha lo stesso pickup (Chapman Sonorous Zero) in entrambe le posizioni, mentre la single cut ha due Seymour Duncan, un Jazz al manico ed un JB al ponte.

Primi esperimenti

Sto tenendo accordata la Chapman in B, quindi una quarta sotto rispetto alle altre chitarre che ho.

Ho provato, venerdì, la baritona nel piccolo amplificatore che ho qui in casa, un Mustang I di prima generazione, ed ero rimasto piacevolmente sorpreso dal sustain prolungato che dava, oltre al fatto che le nuove tonalità date dalla baritona erano molto divertenti e diverse dal solito.

Una cosa che invece mi aveva inizialmente stupito era il fatto che non mi piaceva molto il suono del pickup al manico. Devo dire che non ho fatto particolari ricerche per ottenere una tonalità specifica, ho tenuto le impostazioni che avevo già dall’ultima volta in cui avevo usato l’amplificatore, ma ho trovato strana questa cosa dato che normalmente io preferisco i pickup al manico in tutte le mie chitarre: sia nelle registrazioni che nei live di Rockin’ 1000 (quando ho occasione di usare amplificatori ad alto volume), infatti, ho sempre notato come questi tendano a “pompare” molto nelle ritmiche distorte, e nei clean sono in genere meno spigolosi. Lo stesso valeva sia per la single cut che per la Strat che ho a Milano.

The Rock

Ieri mi sono dedicato a ri-registrare invece il solito tema di The Rock, che avevo già rivisitato l’anno scorso e che avevo in mente di rifare con una chitarra baritona per la parte ritmica: essendo un brano che passa da Dm a Cm a Bbm nell’arco di 3 minuti, infatti, avevo pensato che sarebbe stato un buon esperimento per una chitarra accordata in B (se non in Bb).

In questo caso, le registrazioni sono state tutte fatte in virtuale, usando Amplitube con due profili: il primo è un profilo Orange che avevo configurato l’anno scorso e che mi piace moltissimo, mentre il secondo è un Fender Twin Reverb che uso per i clean, e davanti a cui ho messo una distorsione virtuale per avere una seconda sonorità con cui creare una traccia con la stessa chitarra ma che sia distinguibile in un mix.

Qui le mie impressioni sono notevolmente cambiate:

  • registrata la prima ritmica con la SC, pickup al neck, mi sono reso conto che registrare la stessa cosa con la CH, pickup al ponte, non “tagliava” nel mix con la stessa intensità, almeno ad un primo ascolto, ed ho alla fine registrato tutte le ritmiche con i pickup al manico (cosa che mi aspettavo già di fare ma che, dagli esperimenti con l’amplificatore del giorno prima, credevo che non avrei effettivamente fatto)
  • il tema l’ho registrato con entrambe le chitarre: pensavo di farlo solo con la SC, poi un po’ per gioco l’ho rifatto con la CH, per il gusto di sfruttare quasi tutti i 24 tasti (il terzo tema, in Cm, normalmente arriva al 16mo tasto, quindi in una baritona al 21mo se non si cambia tonalità)
  • una volta registrato tutte le varianti, ho messo assieme pezzi dei temi fatti con entrambe le chitarre: alcuni pezzi, in particolare tutto sommato quello che arriva al 21mo tasto, suonavano interessanti fatti con la CH. Tutti i temi sono registrati con i pickup al ponte
  • senza feedback diretto con l’amplificatore, devo dire che la baritona sembra perdere più sustain rispetto alla single cut, per quanto un po’ tutte tendano a perderlo quando completamente virtuali.

Insomma, per farla breve questa sessione di registrazione ha cambiato la mia idea dei pickup della Chapman: avevo già fatto ricerche per vedere se cambiarli presto con pickup della Seymour Duncan (Internet suggerisce il Jazz per il manico, ed il Custom 5 per il ponte), ma per il momento questi mi hanno discretamente soddisfatto.

I toni

A questo punto, ho deciso di fare un po’ di registrazioni separate di toni e combinazioni di pickup tra le due chitarre, con lo stesso giro, e vedere cosa salta fuori.

Ho preso un giro di accordi in Bm, che stavo provando per altri motivi, e l’ho registrato clean e distorto, suonandolo sulla Chapman sia alla stessa altezza della chitarra standard (con capo sul V tasto, senza rivedere perciò gli accordi) sia ad altezza “zero”, quindi una quarta sotto (il giro a questo punto è in F#m). Chiaramente quest’ultima combinazione non ha un corrispettivo sulla single cut.

Ho poi registrato il tema di The Rock su entrambe, in particolare il terzo e quarto tema del brano originale, per confrontare quello senza il mix completo (che devo comunque ancora finire).

… non ho ancora una conclusione, the jury is still out! In fondo io e la Chapman siamo ancora in fase di corteggiamento, vedremo se mi conquisterà a fondo o se la userò solo raramente!

Vorrei fare un qualche confronto con l’amplificatore reale, sempre registrando, per avere un riferimento ulteriore; l’amplificatore che ho qui non è il massimo, purtroppo, ma posso cercare un paio di toni clean e distorti che mi soddisfino, con cui provare le chitarre.

Vorrei anche imparare un qualche brano registrato in origine su una chitarra baritona: in realtà ne esistono parecchi, dato che gira fin dagli anni ’60, qualcosa di interessante troverò sicuramente!

E’ giunto il solito momento dell’anno in cui rispolverare il blog per le 10 migliori canzoni ascoltate nell’anno… e quindi, anche questa volta, ecco le 10 che mi hanno più ossessionato in questo 2019! Qui di seguito anche il link alla playlist su Spotify: Spotify playlist

  • Swallow the sun, The womb of winter: gruppo super metallaro, in cui però in questo album il secondo disco contiene musica di fatto acustica, molto d’atmosfera ed adatta a questo clima invernale
  • ZZ Top, La grange: anche qui scopro tardi un classicone, ma tant’è… divertente!
  • Nightwish, The greatest show on Earth: brano lungo ma molto bello, sia nelle parti di musica quasi da colonna sonora sia in quelle da band metal, ed anche belle parole sullo spettacolo della Natura
  • Fink, Looking too closely: bello il pizzicato acustico, ed in generale l’atmosfera soprattutto delle strofe. Devo ancora approfondire lui per bene…
  • Blanco White, Colder Heavens: anche qui, atmosfera e ritmica con strumenti a corda particolari; poi un bel brano triste in minore ci sta sempre
  • Jeff Buckley, Forget her: scoperto da una cover fatta da una youtuber che seguo, molto bella l’originale, sia come musica che come significato
  • Joan Baez, Diamonds & rust: sia la sua versione che quella dei Blackmore’s Night sono molto belle, e mi piace questo rapporto d’amore/odio che c’è stato tra lei e Bob Dylan (e le sue parole alimentano la mia leggera antipatia nei confronti di lui)
  • Bruce Springsteen, My hometown: scoperta nel suo spettacolo teatrale, ed ero in lacrime a metà canzone… bel ritratto del paese d’origine, da persona lontana da casa un po’ posso immedesimarmici
  • Peter Gundry, A vampire’s heart: un po’ di musica d’atmosfera solo strumentale, un filo inquietante ed intrigante allo stesso tempo… sono ormai ossessionato da tutti i suoi album
  • Johnny Hallyday, Allumer le feu: canzone carina, ed ha fatto un super effetto a Rockin’1000 suonato allo Stade De France (con tanto di lanciafiamme sulla tribuna vuota).

Back in 2012, I recorded a version of the main theme of the movie “The Rock”, by Hans Zimmer (you can find my old video here: https://youtu.be/XTDcKNwJq5k).

It wasn’t particularly good as a recording or as a video, but it’s an easy theme that I really like, and that version was based on a Guitar Pro tablature that I found on the Internet.

Cut to 2019, I decided it was time to record and mix it better, and this video shows how I did it this time.

The video itself is not particularly good: I started recording the audio as a demo, and then it evolved rapidly until it became the final mix, and at that point I did not have any video of me playing the rhythm instruments, except for the bass, and only the second half of the guitar solo.

But I really liked those recordings, and I decided not to redo them and give more importance to the audio than to the video.

I decided to overlay a description of the various instruments that you can hear, all played by me (except for the strings and the drums, both programmed in Ableton):

  • there are two acoustic guitars, a Fender and a Taylor, hard panned left and right, for the entire song
  • the second half contains four electric guitar tracks (the overlay cites only two): both are my single cut amplified virtually through Amplitube 4 using an Orange AD30 and a Fender SuperSonic models
  • the bass is an Epiphone, which you can see in the first half of the video, amplified through Amplitube as well, using an Orange AD200 model, and combined with the physical amp that I was using in the video (an Ibanez SW15)
  • the first half of the theme is played using the single cut with the same AD30 virtual amp; the viola that appears at some point is a virtual instrument played through Midi Guitar 2 (so the notes are exactly the same that are being played on the electric guitar)
  • the second half of the theme is played using the Fender Stratocaster that you can see in the video, through a physical Mustang I amplifier (which gives a more lively punch).

I am quite proud of the final mix, a little less of the video itself, which is only 720p, probably due to the initial throwback to 2012…

Also maybe at some point in the future I will go to an actual studio room and use physical amplifiers all the way (my Katana 100 is just waiting for that to happen…), but I am quite impressed by the quality of the Amplitube 4 emulations, so far that I almost decided to use the single cut and the AD30 for the entire solo, and drop the Strat altogether (but I really like the feedback!).

Anyway, enjoy!

This here is the audio-only version, published on SoundCloud:

30-day song challenge

Un mese fa ho incrociato quest’immagine su Twitter, ed ho deciso di seguire la challenge per i successivi 30 giorni, pubblicando le canzoni su Facebook.

Per tante categorie ci sarebbero potute essere numerose canzoni, per altre è stato più difficile, penso anche perché per più di qualche canzone inglese non sempre si è prestata attenzione al significato del testo, e quindi alcune possibili scelte magari non vengono in mente.

Ecco il risultato finale, terminato oggi:

  1. A song you like with a color in the title: Pink Floyd, Goodbye blue sky
  2. A song you like with a number in the title: Hans Zimmer, 160 bpm
  3. A song that reminds you of summertime: Macarena
  4. A Song that reminds you of someone you’d rather forget: Florence and the machine, Shake it out
  5. A song that needs to be played loud: Led Zeppelin, Whole lotta love
  6. A song that makes you want to dance: Glen Hansard, Lowly deserter
  7. A song to drive to: Joe Bonamassa, Drive
  8. A song about drugs or alcohol: Red Hot Chili Peppers, Under the bridge
  9. A song that makes you happy: Bryan Adams, House arrest
  10. A song that makes you sad: Glen Hansard, Bird of sorrow
  11. A song you never get tired of: Deep Purple, Highway star
  12. A song from your preteen years: 883, Nessun rimpianto
  13. A song you like from the 70s: Led Zeppelin, In my time of dying
  14. A song you’d love to be played at your wedding: Led Zeppelin, Since I’ve been loving you
  15. A song you like that’s a cover by another artist: Eddie Vedder, Hard sun
  16. A song that’s a classic favorite: Led Zeppelin, Rock and roll
  17. A song you’d sing a duet with someone on karaoke: The swell season, Falling slowly
  18. A song from the year you were born: Dire Straits, Brothers in arms
  19. A song that makes you think about life: Ben Harper, Learn it all again tomorrow
  20. A song that has many meanings to you: Glen Hansard, Winning streak
  21. A song you like with a person’s name in the title: Bruce Springsteen, The ghost of Tom Joad
  22. A song that moves you forward: Bruce Springsteen, Land of hope and dreams
  23. A song you think everybody should listen to: Fabrizio De André, Khorakané
  24. A song by a band you wish were still together: Pink Floyd, Comfortably numb
  25. A song you like by an artist no longer living: Chris Cornell, Through the window
  26. A song that makes you want to fall in love: Simon & Garfunkel, Bridge over troubled water
  27. A song that breaks your heart: Bob Dylan feat. Eddie Vedder, Girl from the north country
  28. A song by an artist whose voice you love: Bryan Adams, Summer of ‘69
  29. A song you remember from your childhood: Leonard Cohen, Suzanne
  30. A song that reminds you of yourself: Colin Hay, Waiting for my real life to begin

Rispetto ai 30 giorni pubblicati ho invertito 19 e 30, che hanno più senso così, e sono poco entusiasta della scelta di 3, ma non ho canzoni che associo all’estate, escluse quelle ascoltate per giorni e giorni in campeggio da piccolo…

Enjoy!

Ormai questo blog viene usato giusto una volta l’anno, per pubblicare questo post… e ci accontenteremo, almeno per ora!

È giunta l’ora quindi delle 10 canzoni dell’anno! Quest’anno ha visto l’introduzione di Spotify nella mia vita, e più di qualche artista d quelli qui sotto elencati è stato scoperto (o riscoperto) proprio per questo!

  • Jeremy Soule, Dragonborn: un collega ha nominato la colonna sonora di “The elder scrolls V: Oblivion”, e pur non avendoci mai giocato, mi sono innamorato della colonna sonora, perfetta soprattutto per i giorni di pioggia! Brano simbolico qui riportato
  • Avenged Sevenfold, Hail to the king: scopro il metal a più di trent’anni, ma tant’è… bel brano, non male il gruppo
  • Sonata Arctica, Letter to Dana: idem come sopra, scoperto per la playlist collaborativa “nomi” fatta in ufficio
  • Dulce Pontes, Alfonsina y el mar: trasferito il concetto delle playlist a tema dall’ufficio alla mia raccolta di CD, ho finalmente ascoltato alcuni dei brani dei CD di Dulce Pontes che avevo comprato un paio di anni fa, e questo spicca per bellezza
  • Joe Bonamassa, No good place for the lonely: Joe è il mio artista dell’anno, scoperto ed innamorato, tanto da andare nella sua crociera blues l’anno prossimo; gli ultimi due album sono al momento i miei preferiti, e la seconda metà di questo con super assolo stupendo
  • Delta Rae, I will never die: Gloria anche ai gruppi Indie, questo il mio preferito dei due CD che hanno finora pubblicato
  • Fabrizio De André, Anime salve: dopo anni se non decenni, ascoltata finalmente una raccolta, e scoperti tanti brani stupendi; prendo questo simbolicamente
  • Erik Satie, Gymnopedie I: un po’ di musica classica, Satie in generale molto bello
  • Colin Hay, Maggie: canzone scoperta per caso sempre dalle playlist tematiche, tristissimo ma ritmico e quindi un accostamento di sentimenti particolare. Subito imparato!
  • Rage against the machine, Killing in the name: il brano più bello da suonare, e secondo me anche da aver ascoltato dagli spalti, a Rockin’ 1000 Firenze 2018